sabato 26 dicembre 2015

LA CIVILTA' DEL RINASCIMENTO LO STATO COME OPERA D'ARTE ( IV PARTE ) #ELFORNESO



Beatrice di Tenda,si risposò nel 1412 con il duca di Milano Filippo Maria Visconti. Beatrice nasce a Casale Monferrato nel 1372, muore a Binasco il 13 settembre del 1418

Giovanni Maria Visconti, Duca di Milano. Figlio di  Gian Galeazzo Visconti e di Caterina Visconti. Nel 1408 sposò Anna Malatesta, figlia Andrea Malatesta, signori di Cesena, non ebbero figli. Giovanni Maria fu celebre per la sfrenata passione della caccia. Presto si annoiò ad uccidere animali, quindi addestrò i suoi mastini a sbranare le persone. Per le sue battute di caccia umane  si fece consegnare dai tribunali di Milano tutti i nomi dei condannati. Ma presto i condannati finirono. E sotto le fauci dei suoi mastini finirono anche uomini  illustri di Milano, tra cui si dice anche suoi parenti. Nel 1409 vietò al popolo affamato di pronunciare la parola pace, pena la forca. Giovanni Maria venne assassinato nel 1412 davanti alla chiesa di San Gottardo in Corte.
































   VISCONTI SIGNORI DI MILANO


Giovanni Maria divenne celebre per i suoi cani, ma non sono più cani da caccia,  ma bensì mastini addestrati a sbranare esseri umani vivi,  e dei quali ci furono tramandati anche i nomi, come orsi dell' imperatore Valentino I. Nel maggio 1409, mentre durava ancora la guerra, il popolo affamato gridò al suo passaggio  pace! pace!, lui scatenò su di loro le sue soldatesche, che che scannarono oltre duecento persone.
 Alla fine alcuni congiurati,
giovaronsi del momento, approfittando che il gran condottiero Facino  Cane, giaceva gravemente infermo a Pavia , assassinarono Giovanni Maria, ma il morente Facino fece giurare lo stesso giorno i suoi ufficiali di sostenere l'erede Filippo Maria, propose che la moglie, Beatrice di Tendasi sposasse, dopo la sua morte, con Filippo Maria, cosa che si verificò poco dopo. Di Filippo Maria  parleremo più avanti. In tempi come questi che Carlo di Rienza, tenta di costituire sull'entusiasmo della cadente Roma, una nuova Signoria che si estende a tutta l'Italia, appare subito agli  occhi dei principi un





povero pazzo destinato all'insuccesso. Nel XV secolo la tirannide mostra già molto diverso. Molti dei piccoli ed anche alcuni dei grandi tiranni del secolo precedente, come Della Scala e i Carrara, sono già decaduti, i più potenti, arricchiti delle spoglie altrui, si  sono riordinati all'interno in modo caratteristico, Napoli riceve dalle nuove dinastie aragonesi  un impulso più energetico e vigoroso. Rilevante  per  questo secolo è

lo sforzo dei condottieri per crearsi uno stato indipendente, anzi un reame, ciò che costituisce un passo ulteriore sulla via dei fatti compiuti, un premio elevato all'ingenio e alla scelleratezza. I piccoli tiranni per assicurarsi un sostegno si mettono ora al sevizio degli stati maggiori e si fanno loro condottieri, il che procura loro danaro e impunità per parecchi misfatti, e alcune volte ingrandimento dei loro territori. Tutti poi, messi insieme, grandi e piccoli hanno bisogno di forze maggiori, debbono procedere più circospetti e guardinghi e astenersi dalle crudeltà troppo immani. In generale osare che  quel tanto di male che si dimostrasse necessario per riuscire nei loro scopi e questo viene loro perdonato, anche da chi non ne restava offeso. Della pietà religiosa, che tornò tanto vattagiosa  agli altri principi leggittimati d'Occidente.




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